STRIGHE! – UN INVITO AL SABBA?

PERCHE’ LA MEMORIA DELLE “STREGHE” CI RIGUARDA

Si dice che il secolo scorso abbia mutato più rapidamente di ogni altro le condizioni della nostra vita privata e sociale.

Questo processo è avvenuto attraverso mutamenti che hanno coinvolto (e spesso sconvolto) ogni dimensione del territorio e della società: dalla economia alle forme insediative, ai costumi sociali.

Trasformazioni rapide, vissute in modo traumatico da generazioni divise da sentimenti contrapposti: tra il senso di perdita e il bisogno di cambiamento; tra tentazione di gettare e rinnegare il passato e, allo stesso tempo, l’emergere di un bisogno di sicurezza e di identità rivolto al “recupero dei valori” della tradizione».

Ma per una società che ridiscute a volte radicalmente e in modo conflittuale l’insieme dei propri valori tradizionali, che “valore” può avere la memoria popolare della magia, della stregoneria o della medicina popolare?

Noi pensiamo che dentro il racconto del mistero e della superstizione, nelle figure della strega, dell’essere sconosciuto, della persona che possiede un “altro” sapere, o nell’evento che ci inquieta, sia possibile incontrare ancora i fantasmi di molti dei nostri quotidiani pregiudizi culturali, di ansie individuali e collettive che oggi influenzano e condizionano la nostra vita, le nostre relazioni individuali e comunitarie